Se esistesse una classifica delle “cose” più odiate in una vettura, ai primi posti troveremmo senza dubbio il filtro antiparticolato. Per accorgersene basta effettuare una brevissima ricerca su internet, dove si sprecano le lamentele di persone che hanno avuto problemi con questo dispositivo anti-inquinamento, montato fino ad ora sui motori diesel, che trattiene le polveri sottili e può causare talvolta malfunzionamenti quando si ostruisce. A molti allora non piacerà sapere che da quest’anno i filtri verranno montati anche sui benzina. Fra i primi a farlo c’è il gruppo PSA (Peugeot, Citroen, DS e Opel), che da gennaio 2018 aggiorna i motori 3 cilindri turbo 1.2 e 4 cilindri 1.6 dotandoli del GPF, in grado secondo il costruttore di tagliare fino al 75% le emissioni di particolato, quell’insieme di sostanze nocive prodotte durante la combustione del carburante che fanno male al nostro corpo (e non all’ambiente come l’anidride carbonica).

 

Si pulisce continuamente e non rallenta l'auto

 

La PSA ha illustrato questa novità durante una conferenza nella sua sede di Milano, in cui ha spiegato che il GPF (Gasoline Particule Filter) non funziona come i tradizionali filtri anti-particolato per i diesel e non dovrebbe ostruirsi: la pulitura del filtro avviene di continuo e non soltanto quando il filtro è intasato, come sui diesel. Ciò eviterà le lunghe e fastidiose pulizie del filtro (effettuate in automatico) che portano ad un rallentamento forzato dell’auto. I tecnici del costruttore francese hanno modificato leggermente i motori lavorando sui materiali, il catalizzatore e il sistema che controlla la miscela aria/benzina. La prima vettura dotata del GPF sarà la Peugeot 308, che si avvale dell’iniezione diretta della benzina al pari di tutte le auto per cui è necessario il GPF. Proprio questo accorgimento tecnico ha reso necessaria l’adozione del filtro: i recenti benzina a iniezione diretta comprimono il carburante nelle camere di scoppio ad altissime pressioni e ciò influisce sulla quantità di polveri sottili liberate nell’ambiente.

 

Il problema è l'iniezione diretta della benzina

 

Il primo campanello d’allarme sulla scarsa efficienza dei benzina a iniezione diretta è suonato nel 2013, quando l’associazione europea indipendente Transport&Environnement dimostrò che i motori di questo genere liberano nell’aria molto più particolato dei motori a gasolio. Le rilevazioni suscitarono un certo allarme: i benzina ad iniezione diretta consumano meno e sono più efficaci rispetto a quelli ad iniezione indiretta, ma emettono particolato in quantità fino a 1.000 volte superiore. I benzina a iniezione diretta, secondo le rilevazioni, producono dieci volte il particolato dei motori a gasolio. I costruttori si stanno adeguando in vista delle future normative anti-inquinamento e solo ora hanno fatto ricorso ai filtri. Che in alcuni casi possono far diminuire la potenza del motore: ciò non accade sulle PSA, ma il V6 della Ford Mustang eroga 23 CV in meno (da 313 a 290) dopo l’aggiunta del filtro.

Fotogallery: PSA monta il filtro antiparticolato anche sui motori a benzina