Prima il dovere. La materia che sta per essere trattata potrebbe essere dolorosa, per qualcuno, che magari a causa di una di queste macchine ha perso un amico, un figlio, un cugino… E’ inutile negarselo: sulle piccole sportive degli anni Ottanta e della prima metà dei Novanta ci si poteva fare male, molto, fino alle estreme conseguenze. Come spesso accade il problema non è “l’arma” in sé, ma l’uso che se ne fa: Autobianchi Y10 Turbo, Fiat Uno Turbo, Ford Fiesta RS Turbo, Mini Turbo De Tomaso, Renault Supercinque GT Turbo, Volkswagen Polo G40, per limitarci alle più diffuse, sono oggetti da sogno per i 20/30enni di quegli anni. Ma qualcuno, indotto in tentazione da prestazioni incredibili, si lascia prendere troppo la mano fino a farsi tradire, da una di quelle “scatolette”, come le chiama qualcuno, o “bare con le ruote”, come più spesso si sente dire in quegli anni, in Italia così come in Francia, UK, Spagna, Germania… Certo, l’elenco di auto sopra citate non è completo: manca per esempio la mitica Peugeot 205 GTi, tanto per citarne una, ma quella che vi sto per raccontare (in breve) è la storia delle piccole sovralimentate. Partiamo dalle italiane Autobianchi Y10 e Fiat Uno Turbo. Le altre, domenica prossima.


Autobianchi Y10 Turbo


Decidere da quale auto partire e che ordine seguire per raccontare queste macchine non è stato semplicissimo; alla fine, lo ammetto, ha vinto la soluzione “pilatesca”: l’ordine alfabetico. Troppo forte il rischio di offendere qualcuno con una scelta di qualsiasi genere. La prima è dunque una delle meno popolari tra quelle citate, ma non per questo meno “ignorante”: l’Autobianchi Y10 Turbo. Il motore? Un 1.000 (1.049cc per la precisione) quattro cilindri, sovralimentato mediante turbina IHI con tanto di intercooler, mentre le valvole di scarico, per tollerare le sollecitazioni, sono trattate al sodio. Ma il bello di questa macchina non sono tanto le caratteristiche del propulsore, comunque interessanti, quanto i numeri più generali della sua scheda tecnica. Sì perché se 85 CV e 122 Nm vi sembrano pochi, non dimenticate che il peso è di soli 840 kg, mentre il passo misura 2 metri e 15 cm e la carrozzeria 3 metri e 39 in lunghezza, 1 e mezzo in larghezza. Insomma: c’è abbastanza potenza per mettere in crisi quella che di fatto è una vera e propria citycar, capace però ti arrivare fino a 178 km/h di velocità massima e di scattare da 0 a 100 km/h in 9,5 secondi. Prestazioni a parte, volete mettere l’esaltazione che davano il profilo rosso sui paraurti, i cerchi maggiorati, il volante sportivo e tanti altri dettagli, ma soprattutto la scritta “Turbo” alla base della fiancata? Indimenticabile, a tal proposito, la versione Martini. Sentirsi piloti era questione di attimi, di uno sguardo.


Fiat Uno Turbo i.e.


Questa è la “sorella maggiore” della Y10, nel senso che è più vecchia di 2 anni (1985 contro 1987) e nel senso che è più grande e potente, oltre ad avere l’iniezione al posto dei carburatori. Prodotta per ben nove anni, conosce anche un importante restyling. Ma partiamo dall’inizio e da un numero: 845 kg, solo 5 in più della Y10 a fronte di una potenza di 105 CV e di una coppia pari a 147 Nm. Se la Y10 va relativamente forte, la Uno va forte e basta: 200 km/h di velocità massima e 8,3 secondi per scattare da 0 a 100 km/h. Battuta la Peugeot 205 GTi 1.6 (196 km/h e 9,1 secondi), battuta anche la più grande VW Golf GTI 1.8 (188 km/h e 9,6 secondi); solo la Renault 5 GT Turbo va più forte, in virtù di 115 CV, per 201 km/h di velocità massima e 8 secondi per lo 0-100 km/h. Il motore della Uno è un 1.300cc quattro cilindri derivato da quello della 128, a cui gli ingegneri aggiungono turbina, iniezione e accensione elettronica, e lo accoppiano al cambio manuale a 5 marce della Ritmo 105TC. “Commoventi” i cerchi (con coprimozzo Abarth), da 13”, che calzano pneumatici 175/60: oggi, gomme così, in pratica le fanno solo per le auto storiche. Il rosso e il nero sono i colori dominanti dentro, mentre fuori è un tripudio di scritte Turbo i.e.: ci sono targhette davanti, di fianco, dietro. Ma è la guida a renderla degna della fama di cui abbiamo parlato in apertura: la Uno Turbo i.e. deve gestire tanti CV e tanta coppia, in relazione a quelle che sono le capacità del suo telaio. Ecco perché, quando dai gas con troppa foga, la Uno non è che sottosterzi, la Uno tira una vera e propria riga dritta sull’asfalto. E se per caso sollevi il piede con troppa leggerezza, lei trasferisce subito il peso davanti fino a volerti superare con le ruote dietro… La Uno Turbo i.e. chiede rispetto e capacità di guida. 

Fotogallery: Fiat Uno Turbo i.e. e le altre trentenni turbate