Non c’è spazio sulla Jeep Compass per i guizzi delle Renegade e Cherokee. Il nuovo SUV compatto ha un look più sobrio ed elegante, ma per quanto sia meno coraggioso delle sorelle è impossibile da scambiare con altre vetture: la seconda generazione della Compass sfida modelli come la Nissan Qasqhai dall’alto di una carrozzeria che esprime solidità e robustezza, lunga 4,39 metri, a metà fra la più corta Renegade e la più ambiziosa Cherokee. La strategia della Jeep può apparire in controtendenza con quanto visto sui modelli più recenti della marca, tutti ricchi di personalità, ma il SUV rientra in una categoria molto trasversale dove non può permettersi di scontentare nessuno, a partire dal single 30enne fino al padre di famiglia. Dopo avervi parlato della carrozzeria ora veniamo però alla sostanza, entrando nei dettagli di questa prova del #perchécomprarla.


Pregi e difetti


La carrozzeria appare di gran lunga meno distintiva rispetto alle Renegade e Cherokee, ma ciò non vuol dire che sia priva di mordente, in particolare nella versione provata con tetto bicolore e mascherina a contrasto. Le forme squadrate e massicce hanno permesso di ricavare un abitacolo piuttosto spazioso, dove però i passeggeri alti più di 1,85 metri toccano il rivestimento con la testa quando è presente il tetto apribile (che ruba qualche centimetro in altezza). Il baule è grande ma non grandissimo, in linea con una tradizionale berlina a cinque porte, ma c’è un comodo doppio fondo ed i rivestimenti danno l’impressione di grande solidità. Peccato che non si possa alloggiare la cappelliera quando viene rimossa. I materiali nella plancia sono di buona qualità e soddisfano anche il tatto. Non ci hanno convinto però le razze del volante, troppo spesse da impugnare.


Quanto costa


La Compass parte da 25.000 euro tondi tondi, anche se bisogna aggiungerne 2.500 per avere il motore diesel 1.6 MultiJet II da 120 CV. Quello più economico è infatti il turbobenzina 1.4 MultiAir da 140 CV, meno gettonato in Italia del 1.6, alla luce dei consumi superiori e della generale preferenza nei confronti dell’alimentazione diesel. Insieme al MultiJet della nostra prova abbiamo percorso in media 14 km/l, passando dagli 8 km/l in città ai 22 km/l viaggiando ad andatura costante. Il 1.6 vibra poco, è molto rotondo (grazie alla coppia elevata) e si abbina ad un cambio manuale a 6 rapporti facile da manovrare, per effetto del comando leggero e della frizione poco stancante. Gli allestimenti disponibili sono tre: Sport, Longitude e Limited. Quello di primo livello include accessori che molte auto simili lasciano a pagamento, come l’accensione automatica delle luci, i sensori di parcheggio, il regolatore di velocità, il freno a mano elettrico e il sistema di mantenimento della corsia.

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