Per molti romani Giannini è soltanto Giuseppe, il Principe, forte centrocampista della Roma con lunghi trascorsi nella nazionale italiana di calcio. In realtà il cognome Giannini è noto a Roma (e anche al di fuori) per l’omonima casa automobilistica specializzata in elaborazioni su base Abarth, aperta nel 1920 dai fratelli Attilio e Domenico Giannini in Vicolo della Fontana come piccola officina di riparazioni meccaniche e diventata negli anni un punto di riferimento su scala nazionale per gli amanti delle auto modificate e potenziate: è stato proprio Giannini a preparare negli anni ’60 e ‘70 le 500 TV Montecarlo e 590 GT Vallelunga, auto che sarebbero rimaste a lungo protagoniste delle corse Turismo in pista e salita. Oggi l’azienda romana effettua riparazioni e allestisce modelli speciali per il Ministero dell’Interno, ma non ha smarrito la vena creativa e anticonformista: lo dimostra il recente progetto Giannini 350GP.


La supercar con dimensioni da città


Ad essere concisi potremmo descrivere la 350GP come un'Abarth 500 da 350 CV. In realtà l’auto è molto più sofisticata, perché dell’utilitaria torinese mantiene soltanto l’apparenza: Giannini ha ridisegnato tutta la meccanica e nel farlo si è ispirato alle vetture da corsa, trasformando la bombetta torinese in una sorta di missile che nulla invia a supercar costose il doppio. La Giannini 350GP si avvale infatti della carrozzeria in fibra di carbonio, di cerchi ultraleggeri in alluminio e di sospensioni push-rod con ammortizzatori regolabili, soluzione analoga alle monoposto di Formula 1 che promette una tenuta in curva molto elevata. Ciò va a scapito del comfort, ma questa parola non appartiene al lessico della Giannini. La caratteristica più esaltante della 350GP è il telaio rivisto, grazie al quale ora l’auto ha il motore dietro i due sedili e non più davanti all’abitacolo: i pesi sono meglio distribuiti e l’auto risulta così più maneggevole da guidare.


Per la strada c'è la mappatura da 225 CV


Le novità tecniche della 350GP riguardano anche il motore e il cambio, provenienti dalla FCA ma che nulla spartiscono con quelli ordinabili sulle normali Abarth: la scelta è ricaduta sul quattro cilindri 1.750, sempre di origini FCA, potenziato da 240 a 350 CV, che lavora insieme al cambio automatico doppia frizione a 6 marce e scarica la potenza sulle ruote dietro. I numeri eleggono la 350GP a vettura per guidatori esperti, complice anche il peso di soli 1.250 chili, ma i tecnici stanno lavorando a una mappatura più conservativa: i 225 CV disponibili basteranno comunque per far mangiare la polvere a gran parte delle auto su strada. Questo perché la Giannini può essere guidata senza restrizioni anche in città, anche se il suo terreno ideale rimangono i circuiti: l’azienda non ha smentito infatti la possibilità di organizzare un campionato monomarca dedicato. La produzione dovrebbe attestarsi a 100 esemplari, ciascuno in vendita a partire da 153.000 euro.

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