Coupé nello stile, berlina nello spazio, gran turismo nella vocazione. Volkswagen Arteon, un'altra delle figlie della miracolosa piattaforma MQB sulla quale (per dire) è basata anche la nuova Polo, misura 4,862 metri di lunghezza ed offre cinque posti oltre ad un bagagliaio particolarmente generoso. Ma, soprattutto, almeno in Italia, è un modello che ha quasi tutto ciò che conta di serie. È la nuova ambasciatrice tecnologica del marchio sulla quale il colosso di Wolfsburg propone alcune soluzioni ancora inedite per il gruppo.


Com'è


L'ambizione di Arteon è premium. Esteticamente è un modello riuscito bene, erede della CC, pensato e sviluppato in Germania, dove verrà anche prodotto. Dopo il debutto europeo arriverà anche sugli altri mercati, a cominciare da quello americano e cinese. Nel Regno di Mezzo si chiamerà peraltro Phideon ed avrà caratteristiche leggermente diverse. La berlina a tetto spiovente deve far dimenticare Phaeton, in attesa della (molto futura) prossima ammiraglia, verosimilmente a zero emissioni. È una Volkswagen "diversa", di quelle che incuriosisce la gente, perfino in Italia dove una importante testata tedesca l'ha guidata per qualche giorno suscitando l'interesse degli automobilisti. È una gran turismo da 2,841 metri di passo che con il facelift al quale Volkswagen sta già lavorando avrà anche una declinazione shooting brake. Il vano bagagli ha una capienza che oscilla tra i 563 ed i 1.557 litri. Se mi accomodo dietro ha parecchio spazio: l'abitacolo è largo e arioso. Se lo voglio anche molto luminoso devo optare per il tetto panoramico, un accessorio che mi costa 1.250 euro. Anche se mi siedo nel posto centrale ho spazio, peccato solo per lo schienale rigido. Gli interni, soprattutto le plastiche della parte bassa o l'assenza di comandi elettronici per la regolazione del volante, non sono esattamente all'altezza dell'ambizione premium. Il facelift si occuperà anche di questo.


Come va


Ad Hannover ho a disposizione due dei quattro motori "italiani", naturalmente i più potenti: il 2.0 litri TSI da 280 CV ed il biturbo 2.0 TDI da 240 CV, entrambi abbinati alla trazione integrale 4Motion. Nel Belpaese Arteon sarà offerta con la sola trasmissione automatica a doppia frizione DSG a 7 marce. Entro la fine dell'anno arriveranno anche le declinazioni meno potenti del TDI, quella da 150 CV (accreditata di una percorrenza vicina ai 23 chilometri per litro) e quella da 190 CV. L'unità a gasolio è reattiva ed offre il meglio sulla distanza, con consumi dichiarati interessanti da 5,9 l/100 km. È silenzioso e sobrio, mentre il benzina è molto brillante: non solo nello scatto, ma anche nel sound. Nessuno dei due motori è nuovo e pertanto mi concentro sulle tecnologie predittive. Come l'ACC che tiene conto dei dati del navigatore e della segnaletica stradale. Attivando il sistema pigiando sul tasto Res piazzato sulla sinistra del volante ho a disposizione un assistente che gestisce la velocità anche nelle rotatorie e nei cambi di direzione segnalati dal navigatore. Arteon mi "guida" e modula l'andatura in base alle necessità, tanto che il collega ogni tanto mi chiede se sia stato i frenare o meno. E quando viaggio a 30 km/ attraversando un centro abitato, così come previsto dal codice della strada, capisco che chi mi segue non è d'accordo: solo che non mi preoccupo e, come dire, non mi innervosisco perché la "colpa" non è mia, ma del computer di bordo, anche se la responsabilità è sempre mia. Quando freno si disattiva e ogni volta mi tocca rischiacciare il bottone. Poi ci sono le luci di svolta dinamiche che illuminano la curva prima ancora che io ci arrivi: per questa funzione mi devo fidare (e anche voi) di Volkswagen, perché l'auto l'ho guidata durante il giorno. L'evoluto Emergency Assist, infine, interviene se chi sta al volante non è in grado di farlo per rallentare e pilotare l'auto verso una corsia "sicura": una situazione che, per fortuna, non ho dovuto sperimentare. La visibilità posteriore, malgrado l'impostazione estetica dell'auto, è buona. E, comunque, i sensori di parcheggio sono di serie.


La curiosità


Quello delle flotte sarà un mercato chiave per Arteon, la cui declinazione cinese sarà immaginata con ancora più spazio al posteriore perché al posto guida ci sarà un autista di professione. Volkswagen ha già fatti conti e anticipa costi di gestione particolarmente contenuti attorno ai 200 euro l'anno per i primi 48 mesi (o 60.000 chilometri). Il calcolo è basato sulla versione con il TDI da 150 CV. A quanto pare alcuni mercati hanno già sollecitato unità più potenti, tipo un prestazionale V6, ma quello non andrà alle flotte.


Qanto costa


Il prezzo è veramente d'attacco: 46.500 euro. È il prezzo di un'auto già estremamente completa, che nel Belpaese è disponibile in due soli allestimenti: Elegance e Sport. Tra le cose che si possono richiedere ci sono due pack, Tech e Ambient, da 1.900 e 1.700 euro oltre al differenziale autobloccante XDS, alla Driving Profile Selection, all'avanzato Adaptive Chassis Control (DCC) da 1.100 euro, l'apertura elettronica del portellone, l'head-up o il park assist. Navigatore e schermo da 8 pollici fanno parte della dotazione standard, così come il cruscotto digitale da 12,3 pollici. Il listino arriva fino ai 55.300 euro delle Arteon equipaggiate con i motori top di gamma, anche se le più vendute dovrebbero costare attorno ai 53.000 euro e monteranno il motore TDI da 190 CV.


Scheda


Motorizzazione provata: 2.0 TDI
Quando arriva: già ordinabile (prime consegne in luglio, lancio in autunno)
Quanto costa: da 55.300 euro
Quanti CV ha: 240 di sistema
Quanto consuma (ciclo combinato): 5,9 l/100 km
Quanta CO2 emette: 152 g/km
0-100 km/h: 6,5 secondi
Garanzia: 2 anni

Fotogallery: Volkswagen Arteon, il sistema Pre-Crash è di serie