"Di solito, gli attacchi di panico iniziano con qualche sintomo fisico. Il cuore si mette a battere forte, si ha la sensazione di non riuscire a respirare a sufficienza, di stare per soffocare; ci si sente strani, gli arti possono essere intorpiditi e si può sentire dolore al petto". A parlare così è lo psicoterapeuta Giovanni Porta. Il problema è che più i sintomi fisici si intensificano, e più l’angoscia cresce, diventando autentico terrore: si teme di morire, di impazzire o di non tornare mai più alla normalità. Ma c’è un secondo guaio: chi soffre di attacchi di panico spesso comincia a vivere nel terrore che ritornino, alimentando un circolo vizioso di "paura della paura". Tutto questo può verificarsi in auto. Ecco allora qualche dritta per prevenire l’attacco di panico nell’abitacolo, o dopo un incidente.


Tris di dritte


#1. Sintomi. Imparare a conoscere i sintomi dell’attacco di panico è fondamentale. Quando si percepisce che stanno per insorgere degli attacchi di panico, invece di subire passivamente le sensazioni fisiche spiacevoli che si stanno provando, fare qualcosa di concreto: mettere in atto delle tecniche di rilassamento e non farsi troppe paranoie mentali. Se possibile, fermarsi a bordo strada in tutta sicurezza, raccontare a un passeggero ciò che si sta vivendo, muoversi, camminare.


#2. Scaricarsi. Prima ancora di mettersi in auto pieni di ansie, è importante trovare il coraggio di mandare a quel paese chi lo merita; definire amici solo le persone di cui ci si può realmente fidare. Importante è condividere con gli amici le proprie problematiche, e chiedere loro aiuto in caso di bisogno. Prezioso pure dedicarsi, nella vita, ad attività artistico-espressive: teatro, canto, pittura, movimento, scrittura. Qualsiasi cosa permetta di dare voce ai propri vissuti interiori.


#3. Non scappare. Chi ne soffre inizialmente mette di atto delle strategie di autodifesa per non incorrere più nella paura. Si inizia a evitare i luoghi dove si sono verificati (magari proprio quei posti che abbiamo visitato in auto), complicandosi la vita all’inverosimile. I comportamenti di evitamento sono uno dei sintomi più comuni: per esempio se l’attacco è arrivato quando stavamo viaggiando in una certa strada, non si percorrerà più quell’itinerario. Ma così costruiamo dei muri tutto attorno a noi per difenderci, fino a soffocarci. La paura ci fa più vivere. In realtà, occorre parlarne con un medico, con uno specialista: si seguirà un percorso preciso, dietro indicazione delle persone esperte.


Numeri impressionanti


Il 3,5% della popolazione mondiale soffre di attacchi di panico. Nel corso della propria vita un individuo su tre ha sperimentato almeno un episodio del genere senza che vi sia stata, successivamente, un cronicizzazione. Quasi 10 milioni di italiani ne soffrono in maniera sistematica. In un 30-40% delle persone sparisce spontaneamente; mentre un altro 30% si ha la remissione con la terapia specifica, ma ci possono essere ricadute; ma per un altro 30% circa occorre una terapia più prolungata.