È polemica sulla Rc auto con scatola nera. Parliamo della polizza con il dispositivo che registra la dinamica degli incidenti, riducendo le possibilità di truffare le compagnie inventando sinistri mai avvenuti. A gettare benzina sul fuoco è l'Aneis (Associazione nazionale esperti infortunistica stradale): "In Italia è boom di polizze assicurative dotate di scatola nera. Sono circa 4,5 milioni gli italiani che ritengono questo tipo di assicurazione vantaggiosa. Un numero impressionante se si confronta il dato con gli altri Paesi europei, dove in media non si superano le 20.000 unità. Ma qual è il segreto di questo successo? Il consumatore è davvero tutelato?". Il problema si chiama "privacy", secondo l'Aneis. Vediamo perché.


Un "grave pericolo"


La black box è un dispositivo satellitare dotato di un geo-localizzatore e di un accelerometro in grado di registrare tutti i movimenti del veicolo e lo stile di guida del conducente, quindi, almeno sulla carta, consentirebbe, in caso di sinistro, di aiutare a ricostruire le modalità di accadimento del sinistro stesso. "Ma l'installazione della scatola nera sul veicolo - dice l'Aneis - rappresenta una vera e propria invasione della privacy di cui evidentemente gli assicurati non comprendono la portata. In grave pericolo è la tutela della riservatezza e della privacy personale, in quanto i dati registrati dalla scatola nera possono essere divulgati senza il consenso del proprietario del veicolo".


Una nuova area di business


E ancora, stando all'Aneis, "la gestione e la vendita di tutti questi dati è destinata a diventare una nuova area di business per le imprese di assicurazione, senza alcun vantaggio per gli assicurati". Infine, "giova ricordare che in caso di danneggiamento della scatola stessa, l'assicurato deve rimborsarne il costo all'assicurazione, così come a suo carico sono i costi di disinstallazione in caso di vendita del veicolo".


La risposta dell'Ania


Pronta la replica della Fondazione Ania (Associazione delle assicurazioni): "Con la scatola nera si consente ai cittadini che si comportano correttamente di contenere i costi dell'assicurazione auto". La riservatezza è tutelata: "Tutti i dati vengono trasmessi aggregati e l'assicurato firma il modulo per la tutela approvato dal Garante della privacy. Chi sostiene che la scatola nera violi la privacy dice una cosa inesatta". Inoltre, secondo la Fondazione, "l'evoluzione delle scatole nere porta oggi a avere dispositivi che sono più avanzati tecnologicamente e che trasferiscono le informazioni in modo criptato. C'è poi un'informativa che viene data all'assicurato da parte della compagnia che lo tutela sotto tutti gli aspetti della riservatezza". Questo perché "vengono conosciuti dalla compagnia soltanto i dati e le informazioni che l'automobilista autorizza a far conoscere"".


Rca su misura


Stando alla Fondazione, si tratta di dati (quelli raccolti dalla black box) che "possono essere relative allo stile di guida e alle percorrenze. Attraverso le quali la compagnia riesce a profilare meglio il cliente e a fornigli un premio di polizza che è più vantaggioso per il cliente stesso. Tutto il resto sono soltanto informazioni a livello aggregato che la compagnia non può utilizzare se non per fini legati all'eventualità di incidenti".