Progettata, costruita, messa a punto per durare. Si possono dire tante cose della W123 (ma anche della W108 che l’ha preceduta e della W124 che l’ha seguita, che è poi la prima Classe E della storia), ma non che non fosse affidabile. Non solo si rompeva con la frequenza di un’eclissi solare, ma quando lo faceva avvisava con largo anticipo, producendo un rumore strano e impossibile da non cogliere persino per chi non era un meccanico. E se credete che stiamo esagerando, fate una ricerca per immagini digitando “taxi Morocco”: avete indovinato qual è l’auto che esce per prima e con maggiore frequenza? Esatto, lei, la W123. Insieme peraltro a W124 e W108 (in quest’ordine). Peccato che il pezzo forte, dalle immagini che offre la rete, non sia così facile da scovare: sì perché il bello sta tutto nel contachilometri, che spesso indica 500.000/700.000/900.000 km. Tanti? Bene, sappiate che non si tratta del primo giro di “giostra” e che quindi sono numerose le Mercedes che hanno superato il milione (a volte anche due) di km.


Non si butta via nulla


Certo, nei casi più estremi il motore è stato sostituito completamente, ma non prima comunque del milione di km: a dirla tutta, la potenza specifica da motore marino delle Mercedes di quegli anni (55 CV per la 200D, 64 CV per la 240D e 80 CV per la 300D) ha giocato a favore della clamorosa affidabilità, ma di motori così indistruttibili, probabilmente non ne sono mai più stati fatti. In ogni caso - sostituzione del propulsore o meno - non è così scontato che tutto il resto della macchina stia ancora insieme. Nel caso della tedesca lo è perché chi l’ha progettata ha adottato, per certi versi, la regola dell’ingegneria aerospaziale: no niente costosissime fibre leggere e iper-resistenti, ma un “sovradimensionamento” di tutto, rispetto ai minimi di resistenza strutturale richiesta, per assicurare durata e costanza di rendimento nel tempo. Non è un caso se gli aerei (per quanto ispezionati - almeno questa dovrebbe essere la regola - a ogni volo e sottoposti a rigidissimi protocolli di manutenzione) volano per diversi decenni; non è un caso se di W123 sono ancora piene alcune zone del mondo.


Berlina, coupé, station wagon


Oggi è la normalità, ma quarant’anni fa non tanto: la W123 non è “solo” berlina, ma anche coupé (e questo non stupisce, dato il grande amore della Mercedes per questo genere di carrozzeria) e station wagon. Ma andiamo con ordine: la prima ad essere presentata è la 3 volumi a quattro porte, nel gennaio del 1976. Il suo nome è semplicemente la sigla che indica la cilindrata (bei tempi: ora una stessa cilindrata può essere rappresentata da 3/4 numeri diversi). 200 per la 2.0, 250 per la 2.5, 240D per la 2.4 diesel, 300D per la 3.0 diesel, etc.. Nella primavera del 1976 è il momento della coupé, che non ha solo due porte in meno e le lettere CE dopo il numero identificativo del motore, ma anche un passo più corto (2,71 metri contro 2,80), perché se sportiva dev’essere, che lo sia fino in fondo. Arriva al Salone di Francoforte del 1977, invece, la T, cioè la station wagon.


Si metta in coda e ci resti per almeno un anno


Se ti presentavi in una concessionaria Mercedes-Benz tra il 1976 e il 1980 per ordinare una W123 berlina, la risposta che ti sentivi dare dal venditore di turno era più o meno quella che trovate come titolo di questo paragrafo. Nei casi più estremi, l’attesa sfiorava addirittura l’anno. Cose che succedono quando il successo è letteralmente travolgente e supera le più rosee aspettative del topo management. Cosa che si verifica con la W123 e che senza dubbio ne limita un po’ il successo (i lunghissimi tempi d’attesa fanno spesso cambiare orientamento d’acquisto ai clienti).


Sicurezza analogica. Ma non solo


Agli airbag ci stavano cominciando a pensare, agli ausilii elettronici alla guida nemmeno il più lungimirante degli ingegneri ci era ancora arrivato, nemmeno come ipotesi. Insomma, la W123 è figlia di un’epoca in cui la sicurezza delle automobili è per lo più un concetto relativo. Ma non per tutti, perché Mercedes alla protezione dei propri clienti ci ha sempre pensato. Ecco perché la W123 non solo ha una scocca molto resistente, ma offre anche delle zone di assorbimento dell’energia che ne fanno una delle auto più sicure della propria epoca. Sicurezza che beneficia, già nel 1980, dell’introduzione dell’ABS (come optional). E nel 1982, quando la W123 si avvia verso la fine della carriera e il progetto della W124 è quasi pronto, nella lista degli optional compare proprio lui, l’airbag.

Fotogallery: Mercedes W123, la “mamma” della Classe E compie 40 anni