Ci sono scene di film che potrebbero vivere di "vita propria". Un po' come alcuni modelli di auto sarebbero in grado di camminare sulle proprie gambe, pardon di procedere sulle proprie ruote, indipendentemente dal marchio che mostrano sul cofano e sul volante. Fra le prime, il mitico inseguimento del film Bullit (1968) su e giù per le pendenze vertiginose della città di San Francisco: 10 minuti e 53 secondi di girato senza una parola di dialogo. Fra le auto icona c'è sicuramente la Dodge Charger, non a caso co-protagonista di quell'inseguimento, guidata dal "cattivo" (interpretato da Bill Hickman) che cerca di acchiappare, invano, Bullit (interpretato da Steve McQueen, ma non c'era bisogno di specificarlo). E pazienza se la Charger in questione finisce la propria corsa in una palla di fuoco, dopo essere andata a sbattere contro una stazione di rifornimento. Poco male. Nemmeno una parte infinitesimale del suo essere muscle car è stato inficiato - anzi, semmai è proprio il contrario - da questa "sconfitta" patita dalla Ford Mustang V8 guidata da Steve McQueen. Anche perché, secondo i ben informati, nelle fasi di registrazione c'è stato qualche problema, visto che la Mustang di Bullit era nettamente più lenta della Charger, alla quale, per fare in modo che soccombesse, sono state montate gomme più piccole e limitate le prestazioni.


Il mitico, inimitabile Generale Lee di Hazzard


Ancora Dodge, ancora Charger nel telefilm Hazzard. Qui la notorietà non è planetaria, ok. E i protagonisti non hanno nemmeno un decimo del carisma, del fascino e del talento (sul set ma anche al volante) di Steve McQueen. Ciò non toglie che la mitica Charger di arancione verniciata, con il numero 01 sulle portiere e in versione R/T abbia fatto sognare centinaia di migliaia di ragazzini; o almeno chi negli anni Ottanta era un ragazzino. Imprendibile per lo sceriffo Rosco, il Generale Lee (come ogni auto "cult" che si rispetti anche questa ha un nome proprio) a ogni puntata della serie mette insieme una gran quantità di salti e di traversi, che regolarmente vengono emulati dai piccoli telespettatori, sui rispettivi tricicli, in giro per casa... Tricicli che poi sparivano come per magia, a opera delle mamme, ma questo è un altro discorso... Dicevamo di Hazzard: chi non ricorda poi il modo di salire in auto dei cugini Bo e Luke, con la portiera chiusa e un salto "chirurgico" direttamente sul sedile. Anche questi dettagli ne hanno decretato il successo.


Gloria infinita anche per la Challenger


Così poco comune in Italia, eppure così noto: è il sound di un motore V8 di grossa cilindrata, al quale le orecchie di noi tutti sono state "educate" fin dalla più tenera età, spesso inconsapevolmente, dalle innumerevoli pellicole e serie TV americane. Ecco perché, se per strada incrociamo un'auto spinta da uno di questi motori, immediatamente ci giriamo. Un appassionato non ha bisogno nemmeno di farlo per capire di cosa si tratti, tutti gli altri vengono attratti senza sapere bene il perché. Fra le protagoniste indiscusse di questa "educazione musicale" c'è la sorella della Charger, la Dodge Challenger. Le sue apparizioni sono davvero tantissime. Si va da quella gialla con pacchetto Daytona di "The Pussycat Dolls: when I grow up" alla rossa "attrice" del cartone animato Cars. Una Challenger 4 marce nella versione da 391 CV appare anche in "Nato il 4 luglio"; un'altra, nera, si vede nella serie di animazione "Mad" e nella serie TV "Chips". L'elenco potrebbe andare avanti per pagine e pagine sia per l'una che per l'altra, anche perché a scegliere la muscle car di Dodge sono stati anche diversi cantanti nei loro video: Avril Lavigne, per esempio, per la canzone Rock'n Roll.


Quando si dice "aver il physique du role"


Ma perché l'industria del cinema ama così tanto Dodge Charger e Challenger e, più in generale, le muscle car? Beh, innanzitutto perché già il nome rivela molto della loro apparenza: avete mai visto un attore che non sia muscoloso o quanto meno tonico? Sì, ok, qualcuno esiste anche, ma la media è generalmente molto alta e le auto che li accompagnano non possono essere da meno. E poi c'è un altro fattore che rende perfette le muscle car per lo stile dominante in molte pellicole a stelle e strisce con un minimo di azione: si prestano perfettamente ai tanto amati inseguimenti. Non tanto per le prestazioni (che in video non emergono) quanto per la capacità di lasciare delle righe nere chilometriche sull'asfalto e di mettersi di traverso al minimo (o quasi) tocco del gas. Il tutto, accompagnato dall'inimitabile e già citata colonna sonora dei motori V8. Insomma, fanno cinema come poche altre automobili.


Charger, splendida cinquantenne


Innanzitutto, una precisazione: i 50 anni non li raggiunge ancora, ma l'arrotondamento ci faceva comodo per titolare il paragrafo. La Charger è del 1966. Tanto dovevamo a un'arzilla "ragazza" che, come abbiamo visto, può vantare una carriera cinematografica impressionante. Ripercorriamo brevemente la sua storia. La Charger nasce sul cosiddetto B-body del Gruppo Chrysler nel 1966, in risposta alla Pontiac GTO, che lanciò la moda delle muscle car, ovvero automobili dalle linee particolarmente aggressive, caratterizzate da un lungo cofano motore, sotto il quale pulsava regolarmente un V8 di grossa cubatura e con distribuzione ad aste e bilanceri. Insomma, niente a che vedere con la raffinatezza delle sportive europee; qui il risultato si ottiene con la quantità di materiale, più che con la qualità dello stesso. Poco male: tanta coppia, tutta dietro, si traduce in sovrasterzi di potenza che hanno fatto e fanno la felicità di tutti quelli che ne hanno guidata una, oltre che dei registi che non devono pregare più di tanto gli stuntmen per ottenere inseguimenti rocamboleschi. Ma torniamo alla Charger: la prima, quella di Hazzard, azzecca fin dal primo momento un design a dir poco aggressivo, con quel muso "a presa d'aria", in cui cioè le feritoie lo occupano completamente in larghezza, celando i fari. Uno sguardo truce che rende onore alla definizione di muscle car e che trova conferma nella scheda tecnica: la R/T (Road/Track) di Hazzard, tanto per capirci, può avere due motori. Hemi di 6.980cc e 426 CV; 7.200cc (sempre V8) da 375 CV.


Challenger, la risposta alla Mustang


Se la Charger è la risposta alla GTO, la Challenger, del 1970, è pensata per presidiare la fascia di mercato delle pony car intercettata nel frattempo dalla Ford con la Mustang: auto di medie dimensioni, meccanicamente non troppo complesse, ma con qualcosa di sportivo, fosse anche solo nel look. Il motore di accesso alla gamma della Challenger, infatti, è un sei cilindri in linea da 3.700cc. Non manca comunque la versione R/T con tanto di V8, anzi tre: 5.200cc, 5.600cc e 6.300cc.


Le eredi moderne


Un "capitale" come quello di Charger e Challenger sarebbe un peccato non sfruttarlo: in Chrysler (Dodge) lo hanno capito già qualche anno fa, ecco perché sia una che l'altra sono tuttora in vendita, in versione ovviamente moderna. Entrambe sono mostruose nella espressioni più sportiva SRT Hellcat (un nome, una garanzia): il V8 6.2 con compressore volumetrico che le agita sprigiona la bellezza di 707 CV, tutti affidati alle malcapitate ruote posteriori, anche per la Charger.



The Dukes of Hazzard, Trailer




Il trailer della serie Hazzard, andata in onda sul canale televisivo CBS dal 1979 al 1985

Fotogallery: Dodge, le muscle car di Hollywood