Parlare del marchio Subaru mi risulta sempre difficile, perché da un lato mi è molto simpatico e non riesco a capire al 100% le ragioni della sua presenza marginale tanto in Europa che in Italia, ma dall'altro non comprendo fino in fondo nemmeno alcune scelte prese dalla Casa madre a cui la filiale italiana si trova, giocoforza, a dover sottostare. Ma andiamo con ordine. Oggi mi trovo in Emilia, per provare il model year 2015 della Forester, in particolare con il nuovo powertrain composto dal 2.0 boxer turbodiesel e dal cambio automatico CVT Lineartronic. La sigla che identifica la trasmissione a variazione continua non è certo popolare dalle nostre parti, abituati come siamo ad associarla agli scooter o, al massimo alle Toyota ibride. Tra i costruttori europei, infatti, solo Audi aveva provato l'esperimento Multitronic, ma con scarso successo. Ma, come dicevo le Subaru mi sono simpatiche e sono convinto che in Giappone abbiano lavorato sodo per trarre il massimo da questa soluzione tecnica.


Distinguersi, sempre e comunque


Il motivo di questa simpatia è presto detto: adoro la capacità di uscire dalla massa, dagli schemi e di differenziarsi tecnicamente. I motori boxer e la trazione integrale simmetrica abbinati insieme sono caratteristiche che nessun altra casa automobilistica può vantare e tanto mi basta, sono persino disposto a sorvolare sulle mancanze nella qualità percepita, perché esiste quella reale. Tra l'altro, sono in ottima compagnia, di oltre mezzo milione di americani, che nel 2014 hanno acquistato una 'Subi', un numero impressionante, soprattutto se si confronta con i 56.000 che hanno fatto lo stesso in Europa. Evidentemente dall'altro lato dell'oceano apprezzano di più tutta una serie di qualità 'pragmatiche' che da noi fanno fatica a trovare estimatori.


In fuoristrada è impressionante


È un vero peccato, perché molti automobilisti non sanno che cosa si perdono. Nel caso della Forester è incredibile scoprire il perfetto bilanciamento tra qualità stradali e fuoristradistiche. In città, tra le curve o in autostrada, la SUV giapponese ha lo stesso comfort delle concorrenti migliori e una guidabilità sorprendente. Ma la vera sorpresa arriva quando si mettono le ruote fuori dall'asfalto. Sto percorrendo una provinciale che si snoda in una valle tra le colline modenesi, quando vedo una specie di mulattiera appena accennata che risale un costone. Non ho strumenti di precisione ma a occhio la pendenza è molto simile a quella di una pista da cross. L'auto ha gomme stradali ma il fondo non è viscido, quindi tento l'impresa. Punto il muso verso la salita e do gas con prudenza. Non serve altro, perché la trazione è sempre in presa e il cambio CVT può accorciare di molto il suo rapporto, ricreando lo stesso effetto delle marce ridotte.


Richiesta dai concessionari


La Subaru punta verso il cielo e sale, senza incertezze, con un filo di gas. L'assorbimento delle sospensioni è eccellente, anche nelle buche più profonde dei canali scavati dai passaggi precedenti e dalle piogge; bisogna solo stare attenti che non diventino troppo profondi, perché l'altezza da terra non è quella di una specialista e quindi si rischia di “spanciare”. È davvero difficile chiedere di più a un SUV e del resto, se si cercano prestazioni offroad più alte di queste non si può fare altro che cercare tra le fuoristrada dure e pure. Ma non si potrà mai ritrovare la naturalezza con cui la Forester esce da un bosco sporca di fango e torna su strada pronta a comportarsi come una grande station wagon o una crossover. Quanto al cambio Lineartronic, cioè la novità più corposa di questo m.y. 2015, nonché la più attesa dai concessionari, l'abbinamento con il boxer turbodiesel da 147 CV e 350 Nm di coppia sembra ben riuscito.


Adeguare lo stile di guida


L'effetto trascinamento tipico delle trasmissioni a variazione continua non è sparito, ma quello che ne resta è perfettamente accettabile e si percepisce solo adottando uno stile di guida poco attento. Bisogna evitare i affondare il gas repentinamente, un'azione che comporta una brusca salita dei giri senza un'effettiva risposta in termini di guadagno di velocità. Meglio accelerare leggermente meno per dare modo alla trasmissione di allungare il rapporto e di sfruttare la coppia del motore. In questo modo diventa piacevole, mentre la simulazione manuale degli otto rapporti tramite paddle è solo un “gioco”, che nella guida reale ha veramente poco senso. Per il resto la Forester è l'auto solida e concreta che ben conosciamo. Un modello sicuramente sottovalutato.

Fotogallery: Nuova Subaru Forester: la SUV è cresciuta bene