La sigla GTI per Volkswagen è da sempre simbolo di prestazioni e tecnologia, sulla Golf, ma anche sulla famiglia Polo che da anni si fregia dell’acronimo Gran Turismo Iniejction. L’utilitaria tedesca può infatti contare su ben cinque generazioni di Polo “cattive” che, a partire dalla prima GT del 1979, si sono evolute passando dalle G40 fino alle GTI, compreso l’ultimo restyling protagonista del mio primo test. Aggiornata sotto numerosi punti di vista, la Polo GTI restyling porta in dote il già noto motore Volkswagen 1.8 TSI, qui capace di erogare la bellezza di 192 CV, una potenza che nella famiglia Polo è seconda solamente alla R WRC, una edizione limitata da 220 CV ormai fuori produzione. Oltre al cambio a doppia frizione DSG a 7 rapporti, di serie, su questa GTI per la prima volta sono disponibili optional come i fari anteriori a LED, ma anche e soprattutto l’assetto Sport Select e lo Sport Performance kit, accessori che potrete aggiungere al prezzo iniziale di 23.450 euro.


GTI Style


La Casa di Wolfsburg ha voluto continuare la tradizione Gran Turismo Iniejction anche in fatto di allestimenti, sia esterni che interni, immancabili quando si parla di GTI. La Polo fuori si riconosce per nuovi paraurti, battitacco modificati e, ovviamente, il listello trasversale rosso che attraversa la calandra del radiatore frontale, insinuandosi fino all’interno dei gruppi ottici. A proposito di fanali, con un sovrapprezzo di 900 euro, per la prima volta è possibile equipaggiare la Polo GTI di fari con tecnologia a LED. La vista laterale è poi valorizzata dai cerchi in lega leggera “Parabolica” da 17 pollici e canale a 7,5, che calzano pneumatici (Bridgestone nel caso dell'auto in prova) in misura 215/40 R17. E anche dentro l’abitacolo ritroviamo i tratti tipici della sportività teutonica, come l’immancabile tessuto Clark (base nera con cuciture rosse), il volante sportivo a tre razze con cuciture rosse, come del resto sulla leva del cambio e del freno a mano, oltre al cielo di colore nero e alla pedaliera sportiva in alluminio.


TSI e DSG: cosa cambia


Salutato l’entusiasmante 1.4, la nuova Polo GTI compie un salto in avanti di cilindrata, ma anche di potenza. Sotto al cofano della tedesca è infatti alloggiato il 4 cilindri 1.8 TSI (tipo EA888) che, con cubatura maggiorata, equipaggia anche altre auto del gruppo Volkswagen, come per esempio la Golf GTI. Notevoli i numeri di questa Polo, una piacevole dichiarazione di intenti se si considera che il peso è di poco superiore ai 1.200 kg: i cavalli sono 192 (tra i 5.400 e 6.200 giri/min.), la coppia motrice è di 320 Nm (con cambio manuale), mentre col DSG a si ferma a 250 Nm tra i 1.250 e i 5.300 giri. La velocità massima dichiarata dalla Casa è pari a 236 km/h, mentre lo 0-100 è coperto in 6,7 secondi, indipendentemente dalla trasmissione. Il DSG è quindi l’altra grande novità per la Polo GTI, non per modifiche tecniche di rilievo su questo ottimo cambio, ma solamente perché per il mercato italiano è offerto di serie. Per i puristi della guida sportiva o, comunque, per gli affezionati del cambio manuale sarà comunque possibile ordinare la trasmissione a 6 rapporti presso la rete ufficiale Volkswagen Italia.


TEST: sportività "double face"


In un momento dove tutti sono alla ricerca forsennata di soluzioni che facciano rima con downsizing, in Volkswagen - almeno sulla Polo - hanno invertito la tendenza. Dal precedente 1.4 TSI da 180 CV con doppia sovralimentazione si è passati al 1.8 TSI con 12 CV in più e un carattere diverso, più addomesticato. Nella giornata trascorsa insieme tra le strade spagnole e i cordoli del circuito di Valencia, la GTI tedesca mi è sembrata meno brutale rispetto alla precedente, ma con un’erogazione più corposa ai medi regimi. Addio quindi alla prontezza ai bassi e all’entusiasmante tiro agli alti del 1.4 che, dopo anni di onorato servizio (ma non senza qualche problema di gioventù), cede il passo ad un motore più “rotondo”, pieno e vigoroso, che in Italia è abbinato di serie al cambio DSG. La scelta di optare per il doppia-frizione è stata indotta, secondo la Casa tedesca, da ragioni di mercato, sempre più predisposto verso questo tipo di trasmissioni, un po’ come è accaduto (un trauma per i puristi) anche all’ultima generazione della Renault Clio RS. A differenza delle competitor più aggressive però, la Polo GTI proprio grazie al DSG, si può definire una sportiva con due anime, dove quella votata all’utilizzo quotidiano (magari urbano), vuole prevalere. Se invece desiderate una Polo GTI prevalentemente per il puro divertimento di guida, allora vi consiglio di optare per un ordine "speciale" in concessionaria e puntare dritti sul cambio manuale e i suoi 320 Nm di coppia: al limite infatti, il DSG tende a imporre “i suoi ritmi” il che fa bene all’affidabilità della meccanica, ma meno al piacere di guida. Nulla da dire invece sulla trazione che è sempre ottima, grazie anche all’XDS di serie che simula il differenziale autobloccante, così come la stabilità, encomiabile in ogni situazione. Anche quando si forza l’ingresso in curva il comportamento della Polo è sempre progressivo e controllabile, peccato solo per quell’eccesso di sottosterzo che, una volta interpretato, non penalizza comunque la resa in termini di efficacia. In questo senso, per aumentare il godimento tra le curve, non fatevi scappare una coppia di chicche in grado di valorizzare le doti della Polo. Con 354 euro potete equipaggiare la GTI con l’assetto sportivo regolabile “Sport Select” (-15 mm rispetto allo standard) che, in abbinamento alla funzione “Sport Performance kit”, permette di rendere più incisivo l'handling della Polo agendo su sterzo, taratura delle sospensioni ed erogazione del motore. Infine, un plauso va ai consumi che, se parametrati alle prestazioni, sono eccellenti: rispetto ai 16,9 km/litro della precedente versione, la Polo GTI col 1.8 promette, seocndo Volkswagen, di percorrere 17,9 km con un litro di benzina. Niente male davvero!

Fotogallery: Volkswagen Polo GTI, è tempo di 1.8 turbo