Niente paura per chi possiede un"auto Daihatsu o per chi vuole acquistarne una: la più antica casa automobilistica del Giappone (classe 1907) continuerà ad essere presente in Europa e in Italia con la sua rete di assistenza. Ce lo promette Daihatsu Italia, che è rimasta molto sorpresa dall"annuncio di voler abbandonare l"Europa a partire dal 2013. Troppi costi, hanno detto i vertici del costruttore in Giappone. Di fronte alla crisi economica globale, al mercato dell"auto europeo in difficoltà e ad una competitività crescente, spiega una nota ufficiale, le case automobilistiche hanno dovuto rivedere le proprie strategie industriali e commerciali e Daihatsu, che sta affrontando anche il momento difficile del mercato interno, ha deciso di andarsene. Una doccia fredda per le concessionarie europee, che mantengono però l"ottimismo, visto che mancano ancora due anni e che è in previsione il lancio di un nuovo modello Daihatsu, di cui però ancora non si sa nulla.

LA RETE DI ASSISTENZA RIMANE

Rassicurare la clientela in Europa è quindi la preoccupazione principale. La garanzia sui veicoli continuerà ad essere onorata con tutti i relativi servizi di riparazione e manutenzione e la vendita di parti di ricambio. Questo fino a quando ci sarà domanda, attraverso la rete di riparatori autorizzati Daihatsu in Europa e forse di Toyota (che possiede la maggioranza azionaria dal 1999), come prevedono i concessionari, che sono stati colti di sorpresa dalla notizia. In molti pensavano che il calo di vendite, essendo un problema dell"intero comparto auto, fosse solo un momento passeggero. Nessuno si aspettava un epilogo simile, ci hanno detto sia in Daihatsu Italia che nelle concessionarie. Sull"agomento però Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l"associazione che rappresenta i circa 4.000 concessionari in Italia, non ha ancora voluto esprimersi.

IL CROLLO DI DAIHATSHU IN NUMERI

L"uscita di Daihatsu dall"Europa e quindi anche dall"Italia si spiega con i numeri: nel 2000 le auto vendute in Giappone erano 6 milioni, nel 2010 il dato è sceso a 5 milioni e per il 2011 se ne prevedono 4,5 milioni. In Italia invece Daihatsu ha venduto nel 2008 15.490 unità (lo 0,72% dei volumi in tutto il mercato), 9.148 unità nel 2009 (0,42%) e poi è scesa ancora a 5.738 unità nel 2010 (0,29%). La quota di mercato è quindi passata dallo 0,4% del 2009 allo 0,3% del 2010, come dicono i dati Anfia. In realtà si tratta della stessa quota raggiunta da DR Motors, ma in quest"ultimo caso la parcentuale è salita dallo 0,1% del 2009 e si tratta comunque di un piccolo costruttore in ascesa che sta per lanciare nuovi modelli ed aprire nuove concessionarie. Daihatsu invece non prevede miglioramenti. A questo trend negativo si aggiunge la difficoltà di ricavare significativi margini di profitto nell"export, a causa dello sfavorevole rapporto del cambio yen-euro e dal fatto che Daihatsu non ha impianti produttivi in Europa. Altri elementi sfavorevoli sono la concorrenza sempre crescente dai segmenti dei veicoli elettrici e ibridi e la presenza di nuovi competitor nei mercati emergenti, come quelli di Indonesia e Malesia. Infine, le normative europee in materia di emissioni sono sempre più severe e richiedono investimenti notevoli in ricerca e sviluppo per l"adeguamento dei veicoli. Per questo motivo la casa giapponese ha deciso di interrompere la vendita di veicoli nuovi in Europa, a partire dal primo febbraio 2013.

LA GAMMA ATTUALMENTE IN LISTINO

Attualmente il listino di Daihatsu conta quattro modelli: la citycar 5 porte Cuore proposta a partire da 10.720 euro; la monovolume Materia, da 14.970 euro; l"utilitaria Sirion, da 15.620 euro, e la SUV Terios, da 18.990 euro.

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