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Parcamento


dbev

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Vedo che è da un pò che non si scrive sull'argomento, cercherò nel limite del possibile, di dare anch'io un contributo, riallacciandomi all'ultimo post sopra.

Il "verbo" utilizzato dal legislatore nel caso di specie non è "potere", poichè è scritto "è consentito" e non invece "può essere consentito". Infatti la norma dell'art. 1 comma 1° del DM 22/11/2002 n. 25483 stabilisce testualmente: " Il parcamento degli autoveicoli alimentati a gas di petrolio liquefatto con impianto dotato di sistema di sicurezza conforme al regolamento ECE/ONU 67-01 è consentito nei piani fuori terra ed al primo piano interrato delle autorimesse, anche se organizzate su più piani interrati."

Quindi non dicendo "PUO' ESSERE CONSENTITO", il legislatore potrebbe, uso il condizionale poichè in giurisprudenza è tutto, o quasi, opinabile, aver inteso non dare libera scelta ai privati nell'introdurre un divieto laddove lui lo ha escluso, leggasi al primo piano interrato.

Il problema purtroppo non è di semplice soluzione, poichè si tratta di stabilire se una determinata norma sia dispositiva od imperativa, poichè se fosse chiaramente dispositiva (ad esempio se fosse scritto "può essere consentito") i privati potrebbero liberamente derogare ad essa e quindi disporre diversamente ad esempio vietando il parcamento dei veicoli a GPL anche al primo piano interrato (poichè è ovvio mai potrebbero consentirlo diversamente a piani inferiori al primo), mentre se fosse chiaramente imperativa (ad esempio se fosse scritto "deve essere consentito") i privati non potrebbero assolutamente derogare ad essa.

Le cose però non stanno mai, o quasi, come le ho descritte sopra, bianco o nero, poichè vi è tutta una serie di norme che non è facile stabilire, almeno con assoluta certezza, se siano dispositive o imperative, come per l'appunto la norma in questione che dice "E' CONSENTITO", che non usa nè il verbo potere nè il verbo dovere.

La cosa è di fondamentale importanza perchè qualunque divieto imposto anche su accordo delle parti, non può essere assolutamente contrario a norme imperative, vedi art. 1343 c.c. "La causa è illecita quando è contraria a norme imperative, all'ordine pubblico o al buon costume".

Pertanto a questo punto si può cercare solo di fare un'interpretazione della suddetta norma, ma che non può che essere soggettiva ed in quanto tale opinabile, con l'auspicio che trovi conforto eventualmente in qualche decisione giurispudenziale.

Io personalmente propenderei per la natura imperativa della citata norma, poichè a mio avviso, ripeto è comunque la mia opinione, ma altri potrebbero pensarla diversamente, il verbo usato dalla suddetta norma "E' CONSENTITO" attribuisce un diritto ai cittadini e un Decreto ministeriale non può essere derogato da un accordo tra privati, di natura negoziale, od addirittura da un semplice divieto stabilito unilateralmente dalla direzione di un supermercato.

In definitiva secondo tale ragionamento un divieto di parcamento della auto a GPL nel 1° piano interrato, alla luce dell'art. 1 comma 1 del D.M. 22/11/2002 n. 25483, sarebbe illegittimo per contrarietà a tale norma imperativa, che invece tale parcamento lo consente espressamente.

Scusate la lunghezza del testo.

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  • 4 weeks later...
  • 1 year later...

ma per esempio, dove vado in palestra io, è uno stabile nuovissimo con varie attività commerciali...

nel parcheggio interrato (dove parcheggio io normalmente) c'è un bel cartello "NO GPL".

che faccio?

me ne frego? o meglio, continuo a fregarmene? ;)

gli impianti antincendio ci sono, ed a norma.

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ma per esempio, dove vado in palestra io, è uno stabile nuovissimo con varie attività commerciali...

nel parcheggio interrato (dove parcheggio io normalmente) c'è un bel cartello "NO GPL".

che faccio?

me ne frego? o meglio, continuo a fregarmene? ;)

gli impianti antincendio ci sono, ed a norma.

In linea teorica, potresti chiamare i vigili perchè intimino al proprietario di allinearsi al codice della strada.

 

In fondo, parcheggiare è un tuo diritto: è come se a un disabile avessero occupato lo spazio riservato.

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